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Prossima gita/vacanza
Colori e sapori al borgo di Zavattarello (PV)
GITE IN GIORNATA
Programma ALPINISMO
VACANZE, CAMMINI e WEEK-END
EVENTI
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I partecipanti alla spedizione, coadiuvati dalla guida valdostana
Corrado e la guida nepalese Chonngba, furono 4 donne e 7
uomini, ed impegnarono 30 portatori.
Tra i partecipanti alla spedizione ricordiamo i soci del CAI iscritti alla
Sezione di Muggiò:
Fabrizio Baldini, Gabriele Bonalumi, Maurizio
Castoldi, Claudia Degan, Ivana Degan, Massimo
Mandelli, Giancarlo Oggioni e Amilcare Pasina.
NEPAL 2001 - Galleria
fotografica
Diario di viaggio, dal 18 ottobre al 10 novembre 2001
18 ott 2001
Ci siamo ritrovati tutti a Linate e abbiamo iniziato il nostro viaggio con
un breve tratto aereo verso Roma con Air One.
Arrivati al Leonardo da Vinci alle 14.00, dopo poco tempo incominciano i
primi problemi di tipo "aereonautico" (che poi si riveleranno in
effetti gli unici veri problemi della vacanza); in effetti il volo della
leggendaria compagnia Biman Airlines dalle 18.00 viene spostato
inizialmente alle 00.30, per poi venire annullato con promessa di un
presunto responsabile, Mr. Murshed, che sarà sicuramente
effettuato I'indomani.
II gruppo viene trasferito all'hotel Airport Palace e Corrado,
insieme a Gigi e Simone, che saranno in nostra compagnia fino a Kathmandu,
va negli uffici del sig. Murshed a contrattare per un cambio-data al
rientro (perdendo un giorno in andata, ho infatti preferito ritardare il
rientro per consentire al gruppo di visitare Kathmandu senza fare troppo le
corse).
19 ott 2001
Finalmente alle 17.30 (con ventiquattr'ore di ritardo) partiamo verso
l'Oriente, e dopo aver viaggiato tutta la notte arriviamo I'indomani
mattina alle 7.00 a Dacca (capitale del Bangladesh).
20 ott 2001
Un po' rintronati dalla notte in aereo, facciamo una breve colazione in
aeroporto e alle 9.00 finalmente ci imbarchiamo per l'ultima tratta fino
a Kathmandu, dove arriviamo alle 10.00.
La sorpresa per me è grande, in quanta l'aeroporto è stato
completamente ristrutturato da aprile a oggi, ed è veramente sugli
standard occidentali, con sale di imbarco, grandi spazi e servizi efficienti.
Chonngba, Nundu e tutto lo staff dell'agenzia ci aspettano come al solito
con le collane di fiori davanti all'uscita, e ci trasferiamo velocemente
all'albergo Tibet, in Lazimpat, dietro al palazzo reale.
Corrado sbriga le questioni amministrative con Nundu, e nel pomeriggio
andiamo tutti da Pumplenicke Bakery a fare merenda.
Dopo un po' di acquisti "tecnici" (ombrelli, coprizaini, eec.),
alia sera andiamo tutti all'&eres(Steak House), mitico locale di
Kathmandu dove in genere si va al rientro dalle spedizioni, ed infatti vi
troviamo Abele, Adriano e tutto il gruppo di Guide Valdostane che è
andato al Dhaulaghiri con successo e che è di rientro verso
casa.
21 ott 2001
Finalmente si parte in trekking, o meglio in bus, verso Gorka (1000
mt. ca.), dove arriviamo alle ore 12.00.
Abbiamo i primi problemi "medici", con Attilio che ha una specie
di colica renale, probabilmente dovuta ad un stress da viaggio, oltre
che sicuramente allo smog, al casìno e alla confusione della
Kathmandu di prima mattina vista dai finestrini di un bus saltellante,
che ad ogni sosta riparte con una grande fumata nera.
Con qualche pastiglia e una iniezione di calmante le cose si rimettono a
posto, ma con parecchia paura da parte di tutti ..... ma soprattutto del
"malato".
Breve pranzo a Gorka, e alle 14.30 partiamo su una pista in terra per
qualche chilometro fino alle 17.00 quando, con grande ottimismo, saliamo
tutti (portatori compresi) su un camion.
Dopo qualche km. tuttavia la strada è veramente tortuosa e sconnessa,
e dopo parecchi angoscianti ondeggiamenti verso valle decidiamo per la
soluzione pedestre, che in un'ora circa ci porta a Khanchok (1000 mt. ca.),
dove arriviamo al buio.
Questa prima tappa è stata complessivamente abbastanza dura, ma in
effetti in genere viene divisa in due parti; con Chonngba abbiamo deciso di
faria in un giorno solo per guadagnare tempo ed ottimizzare i tempi del
trekking.
Dislivello positivo: 200 mt
Ore di cammino totali : 3.30
22 ott 2001
Dopo la prima cena di tipo nepalese, la prima notte in tenda ed i
conseguenti primi piccoli dolori alia schiena, facciamo la nostra colazione
da "signori" con uova, pane chapati, marmellata,
porridge e tante altre leccornie che lo staff cucina ci ha preparato.
Partiamo questa volta in leggera discesa in mezzo a campi coltivati a riso
molto coreografici, e verso le 11.30 ci fermiamo per la pausa pranzo vicino
al fiume, nel quale facciamo tutti un bel pediluvio.
Nel pomeriggio arriviamo a Arughat (570 mt.), un bel villaggio sul fiume
Budhi Gandaki, dove facciamo un po' di shopping al pomeriggio.
In questo villaggio è ancora possibile telefonare, e non mancano i
primi nostalgici che approfittano dei miracoli della scienza; in effetti
in trekking remoti come questo che stiamo percorrendo alcune piccole
comodità come il telefono - che ci appaiono nella vita di tutti i
giorni ovvie e normali, oltreché purtroppo a volte indispensabili -
diventano a volte dei piacevoli ritomi alia cosiddetta "normalita".
Nel villaggio, dove è presente un posto di polizia, troviamo il
nostro ufficiale di collegamento che ci accompagnerà lungo il
trekking, in quanto questa zona del Nepal è protetta e il
govemo sta cercando di salvaguardaria il più possibile dall'invasione
turistica purtroppo eccessiva in altri valli.
Dislivello positivo: 300 mt
Ore dl cammino totali: 5.00
23 ott 2001
Lasciamo questo tranquillo borgo, pieno di botteghe, dove si ritrovano per
il mercato genti di più valli dei dintorni, e in mezzo a risaie e
campi di miglio incominciamo a risalire la Budhi Gandaki, con un
clima caldo ed umido, che ci fa desiderare il lemon-juice di pranzo.
E' ancora sulla riva del fiume che ci fermiamo, dopo essere passati a Arkhet
Bajar, una manciata di case con l'immancabile pipal, con una bella
vista sulle prime grandi montagne.
Nel pomeriggio il sentiero si fa più tortuoso, e con innumerevoli
saliscendi nella foresta arriviamo finalmente a Liding (860 mt.), piccolo e
ventilato villaggio dove ci laviamo alia fontana, e alia sera assistiamo
alle danze tradizionali delle donne. Parecchie volte durante il giro la
popolazione locale faà degli spettacoli serali, in cambio naturalmente
di una piccola offerta che va a dei "comitati di sviluppo", in
genere gestiti dalle donne.
Dislivello positivo: 1000 mt
Ore di cammino totali: 5.10
24 ott 2001
II sentiero passa continuamente a mezza costa, con alcuni scorci veramente
spettacolari sul fiume, che raggiungiamo in alcuni tratti, camminando anche
sulla riva sabbiosa dello stesso.
Pranziamo vicino a Khanibesi e nel pomeriggio, con altre 3 ore circa di
cammino arriviamo a Khorlabesi (970 mt.).
Dopo alcuni giorni di rodaggio con grande caldo durante la giornata,
tutta l'equipe sta andando al massimo, nonostante alcuni piccoli
malesseri passeggeri, comunque normali nei trekking.
Dislivello positivo: 600 mt
Ore di cammino totali: 6.30
25 ott 2001
Dopo circa un'ora di strada arriviamo in una zona dove si è formato
un nuovo lago a seguito di un'enorme frana, appena prima del villaggio di
Tatopani, dove c'è una sorgente di acqua calda a 40°C.
Passiamo ora sulla sinistra orografica della Budhi Gandaki, fino a
Doban, dove pranziamo in un bello spiazzo nel villaggio.
Owiamente siamo presi d'assalto dai numerosi bambini, e riusciamo a scattare
numerose fotografie, anche perchè il ponte di uscita dal villaggio
è molto spettacolare.
Nel pomeriggio costeggiamo a mezza costa la valle per poi scendere nei
pressi del fiume Yaru Khola che attraversiamo con un acrobatico ponte di
circa 90 mt., dove però manca parzialmente la "materia
prima" dello stesso, cioè le assi di base!
Fortunatamente la popolazione sta preparando la legna per rifarlo, e
sicuramente fin dalla prossima stagione primaverile sarà pronto.
Dopo un breve tratto nuovamente vicino al fiume arriviamo ad un campo di
calcio, e successivamente al bel villaggio di Jaghat (1370 mt.), dove
pemottiamo: la via principale di questo paese è tutta lastricata in
pietra, ed il campo è molto bello, con acqua corrente e stelle di
Natale tutto attorno.
Dislivello positivo: 700 mt
Ore dl cammino totali: 6.15
26 ott 2001
Dopo aver attraversato diversi torrenti con ponti sospesi, giungiamo ai
ripiani di Sirdibas, dove troviamo i primi muri mani, segno dell'influenza
tibetana, che oramai si incomincia a sentire, nonostante le popolazioni
siano ancora di etnia gurung.
Dopo aver attraversato un ponte stile "Golden Gate", anche se
abbastanza cadente e inclinato, arriviamo a Philim, con Maria Luisa che
dà chiari segni di stanchezza (......?) nell'ultima rampa; questo
villaggio, nel quale ci fermiamo solamente per bere, è sicuramente
ricco, in quanto ci sono campi ben coltivati, parecchio bestiame e anche lo
spaccio per il kerosene.
Nel pomeriggio attraversiamo una valle particolarmente verde e stretta,
caratterizzata dalla presenza di alti pini e marijuana dappertutto lungo il
sentiero, fino ad arrivare a una piccola capanna, nei pressi della quale
facciamo il campo, in un posto purtroppo abbastanza umido e non
particolarmente bello, che i nepalesi chiamano Pewa (1740 mt.).
Dislivello positivo: 850 mt
Ore dl cammino totali: 6.45
27 ott 2001
II sentiero continua ad essere abbastanza scosceso, e molti tratti sono
veramente a picco sul fiume.
Tutta la zona è ancora abitata da Gurung, ma la religione da
induista è diventata buddhista, e si incontrano sempre di più
genti tibetane.
Pranziamo a Rana, e nel pomeriggio proseguiamo fino a Ghap, attraversando
una zona molto pittoresca con muri mani, un grosso rullo di preghiera in
legno con gli affreschi del Buddha, ed un bel kani (cioe un
chorten ad arco) con le pareti ed il soffitto riccamente decorati.
Ghap (2100 mt.) non è segnalato correttamente sulla cartina di cui
disponiamo, in quanto si trova sulla destra orografia della Budhi Gandaki
anziché sulla sinistra.
Dislivello positivo: 860 mt
Ore di cammina totali: 5.35
28 ott 2001
Dopo una prima parte di salita in una foresta di tipo tropicale con
bambù, imponenti rododendri e qualche scimmia, arriviamo a Namrung
per pranzo; in questo villaggio c'è un piccolo monastero e il posto
di polizia, dove vengono controllati i permessi di trekking.
Dopo la sosta ripartiamo in una zona di campi di frumento e foreste di pini,
per giungere infine a Lhi, dove le case in pietra sono come dei
piccoli condomini con cinque o sei appartamenti ognuna e tetto e cortile in
comune; in questo villaggio c'è anche l'elettricita pubblica, che
arriva da una turbina posta sul fiume Hinan Khola.
Dopo aver attraversato una gola tortuosa e un ripiano bellissimo con campi
e una enorme ruota di preghiera, piazziamo il campo subito dopo il villaggio
di Lho (3180 mt.), un grosso agglomerate di case in pietra, ormai in
territorio di totale influenza tibetana.
I bambini continuano a chiedere shim shim, che è la parola
tibetana che indica i doici o le caramelle, e la popolazione è
avvolta in mantelli chiamati chuba.
Oggi abbiamo incontrato anche il primo yack.
Dislivello positivo: 1320 mt
Ore di cammino totali: 6.25
29 ott 2001
I più volenterosi si svegliano prima dell'alba per scattare delle
splendide foto al Manaslu (8163 mt.) e alle cime vicine, che si indorano ai
primi raggi del sole, e poi si fa colazione in tenda mensa, in quanto al
mattino incomincia a fare abbastanza freddo, ed è sicuramente
più piacevole gustarsi il the senza avere troppa aria nella schiena.
II programma di Corrado prevede a questo punto tre tappe relativamente
corte rispetto alle precedenti, per non affaticare troppo la truppa in
vista del colle.
Partiamo in discesa per poi risalire una gola che ci conduce in breve a
Shyala, un villaggio super-panoramico con vista splendida sul Manaslu
e su tutta la zona circostante.
Dopo alcuni acquisti di souvenir, che si riveleranno come al solito delle
piccole fregature (tipo la tazza di presunto osso di yack di Rosilda, che in
realtà è resina sintetica stampata), partiamo alla volta
di Sama (3390 mt.), dove arriviamo per pranzo.
A Sama si ha l'impressione, ancora di più che in altri villaggi, di
tornare indietro nel tempo ...... gli abitanti sono tutti tibetani e vivono
di pastorizia e tessitura.
Le case sono abbastanza grandi, ma molto povere, con i tetti ricoperti di
legno anziché di pietra, perché la gente del luogo ritiene che
qui non soffino venti molto forti (quindi non sono necessarie le pose in
pietra presenti in molte altre parti nel Nepal).
A monte del villaggio c'è anche un importante gompa che
andiamo a visitare nel pomeriggio, per poi ritornare al campo, che è
vicino al villaggio in un largo spiazzo panoramico, con il bestiame al
pascolo nei pressi delle tende; vista la presenza di un piccolo lodge
molto confortevole, questa sera mangeremo al caldo e con la luce.
Dislivello positivo: 680 mt
Ore dl cammino totali: 3.15
30 ott 2001
Altra tappa abbastanza breve, che ci conduce attraverso ripiani costellati
di muri mani> a Samdo (3780 mt.), un piccolo avamposto di frontiera
ai confini con il Tibet, che sarebbe raggiungibile verso nord con poche ore
di marcia.
Anche questo villaggio è molto pittoresco e si sviluppa lungo il
sentiero che conduce al Layung Bhaniyang (5098 mt.), che è
uno dei colli che permetteva il passaggio dalla regione del Nupri (dove
stiamo camminando) alle aride distese del Tibet.
Oggi sono incominciati a sorgere alcuni problemi fisici più
importanti, e Rosilda ha accusato un forte mal di stomaco, dovuto
probabilmente a qualche farmaco contro la febbre che aveva preso in
precedenza, mentre Luisa nel pomeriggio ha un serio mal di testa, che ci fa
pensare ad un primo sintomo di mal di montagna; fortunatamente con il
riposo pomeridiano ed un accurate uso della farmacia di cui disponiamo, alla
sera sono tutte e due abbastanza in forma, e mangiamo tutti insieme lo
stinco con patate che abbiamo portato dall'ltalia.
Dislivello positivo: 520 mt
Ore dl cammino totali: 6.15
31 ott 2001
Dopo una notte un po' fredda e ventilata incominciamo la salita che
porterà al prossimo campo, abbastanza lunga e a tratti anche ripida,
che passa vicino a dei ruderi della mitica Larkya Bajar, un tempo
importante centro di commercio.
Da qui transitavano, dopo un lungo tragitto attraverso l'altipiano tibetano,
gli sherpa di Namche Bazar per venire a commerciare.
Piazziamo il campo a monte di Dharamsala, a circa 4500 mt., in una serie di
ripiani vicino ad un piccolo torrente.
Oggi tutta la truppa è molto stanca.
Massimo dorme tutto il pomeriggio in tenda, e siamo tutti un po' tesi per
la tappa di domani, che si preannuncia come la più dura di tutto il
trekking; solamente Giancario e Fabrizio sono sempre in ottima forma.
Dislivello positivo: 650 mt
Ore dl cammino totali: 3.35
1 nov 2001
Partiamo alle 4.30, alla luce delle frontali, che tuttavia ben presto
spegniamo perché la luna ci illumina il cammino, fino al sorgere
dell'alba, che come al solito a queste quote è spettacolare, anche
se molto fredda.
Dopo circa 4 ore raggiungiamo finalmente il Larkya Bhaniyang (5220 mt.),
dove consumiamo parecchi rulli di fotografie, visto il panorama eccezionale
e la gioia di tutto il gruppo.
Gli altimetri di quasi tutti indicano una quota inferiore (5000 mt.) ma,
personalmente, in montagna non ho mai rincorso le prestazioni, né
tempi da battere o altezze da raggiungere, ma solamente emozioni, quindi il
divario di altitudine fra la carta e la realtà non mi preoccupa.
Tecnicamente la salita al passo non è stata difficile, vista la
mancanza assoluta di neve, anche se mi immagino che la stessa, se effettuata
con condizioni più severe - tipo maltempo o neve profonda - potrebbe
rivelarsi molto dura.
Fisicamente tutto il gruppo oggi era in ottima forma, tranne Amilcare che ha
in effetti patito la quota, ma che tenacemente non ha mai mollato!
Intraprendiamo ora la lunga discesa lungo Ie aride morene che in qualche
ora ci condurranno a Bimtang (3630 mt.), un piccolo insediamento abitativo
di profughi tibetani ai margin! di un ripiano bucolico, con un piccolo
torrentello ad anse ed una imponente morena glaciale alle spalle.
Giunti al campo, Corrado, finalmente rilassato dopo aver superato la tappa
più impegnativa, ha anche lui il suo momenta di crisi, e dorme tutto
il pomeriggio.
Dopo cena festeggiamo con una buona birra la giornata in una casa tibetana,
e salutiamo il cuoco, che oggi scende più velocemente perche deve
arrivare a Kathmandu in soli due giorni e mezzo, per poi ripartire con un
altro gruppo nella zona del Khumbu.
Dislivello positivo: 800 mt
Ore di cammino totali: 8.50
2 nov 2001
La notte è stata molto fredda, e al mattino troviamo i sacchi a pelo
gelati a causa dell'umidità e della brina ma ben presto, con i primi
raggi del sole, la temperatura si fa più mite.
Scendiamo lungo una foresta di rododendri lungo la Dudh Khola fino al
vecchio agglomerate di Karche, dopo il quale mangiamo il pranzo.
Nel pomeriggio, dopo la breve ma ripida salita del Karche Pass,
riprendiamo la discesa attraverso una zona inizialmente non abitata, e in
seguito coltivata interamente a frumento e granoturco.
Incontriamo oggi alcune carovane di muli e finalmente arriviamo, dopo una
tappa che inizialmente sembrava rilassante e invece si è rivelata
ancora un piccolo "tour de force", nel villaggio di
Tilje (2245 mt.).
Facciamo il campo leggermente esterno rispetto al villaggio e alla sera
ancora una volta arrivano le donne a fare festa e a ballare.
Dislivello positivo: 240 mt
Dislivello negativo: 1630 mt
Ore dl cammino totali: 6.25
3 nov 2001
Di prima mattina siamo già a Dharaphani, dove il nostro giro si
immette (al contrario) nel più classico "trekking
dell'Annapurna".
L'impatto è abbastanza violento, anche perché di colpo
passiamo da una realtà completamente contadina, dove la sussistenza
della popolazione è garantita solamente dal perfetto connubio tra
l'uomo e il suo territorio, ad una situazione tipica delle zone più
turistiche, dove oramai l'economia si basa su solide e consolidate
tradizioni di ospitalità alle migliaia di trekker che ogni
anno percorrono questi sentieri.
E' comunque anche questo aspetto che rende il Nepal affascinante, questo
contrasto continuo fra moderno e antico, tra tecnologia (è possibile
in moiti posti, a volte anche lontani, telefonare o addirittura inviare
e-mail) e scorci di Medioevo.
Per pranzo giungiamo già a Tal (1.700 mt.), bel paese costruito su
una piana alluvionale, dove sostiamo per la notte nel giardino di un piccolo
lodge.
Dislivello positivo: 180 mt
Dislivello negativo: 720 mt
Ore di cammino totali: 4.25
4 nov 2001
Ancora molti saliscendi per questa tappa che oramai ci proietta in una
dimensione "turistica" del Nepal.
Ad ogni paese che si incontra è un misto di botteghe artigianali,
souvenir a volte anche abbastanza brutti, ma comunque sempre lo
straordinario sorriso e buonumore dei nostri amici nepalesi.
La tappa è comunque molto lunga, e al mattino camminiamo per
parecchie ore prima di fermarci a riposare e mangiare in un lodge a
Ghemu, incantevole villaggio in un altopiano sopra la valle coltivata
interamente a riso e miglio.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Bahundanda (1320 mt.), dove passiamo
la notte in un lodge, in quanto il terreno a disposizione per le
tende è troppo poco, e sarebbe abbastanza difficoltoso montarle;
in questo villaggio praticamente tutti riescono a telefonare e ad inviare
notizie "fresche" a casa.
Dislivello positivo: 720 mt
Dislivello negativo: 1100 mt
Ore dl cammino totall: 7.00
5 nov 2001
L'ultimo di giomo di trekking inizia con una lunga discesa per
arrivare lungo la Marsyangandi, che ci rende un po' nostalgici perchè,
nonostante la fatica, a volte la sofferenza per leggeri malanni, a volte le
piccole incomprensioni nel pur compattissimo gruppo, siamo oramai agli
ultimi passi del nostro splendido giro.
A pranzo sostiamo all'ombra di due giganteschi pipal sulle sponde del
fiume, e nel pomeriggio dopo poco tempo arriviamo a Besisahar (800 mt.),
dove montiamo Ie tende a monte di un campo sportivo.
Non visitiamo il villaggio, ed ognuno si rinchiude un pochino dentro di
sé, come per cercare di trattenere e "congelare" le
emozioni che ha provato in questi giorni.
Alla sera facciamo una grande festa con i cuochi, gli sherpa, i
portatori ..... balliamo, beviamo e facciamo scherzi fino a notte inoltrata.
Dislivello positivo: 200 mt
Dislivello negativo: 700 mt
Ore di cammino totali: 5.35
6 nov 2001
Si riparte alia volta di Kathmandu con il pullmann, e sono ancora ore e ore
di viaggio lungo i fiumi, percorrendo questa strada che oramai ci è
quasi familiare.
Ricordo in particolare la sosta in una sorta di villaggio-autogrill dove
mangiamo in un posto da "camionisti nepalesi" (con tutto il
rispetto che ho sempre avuto per i camionisti) che il primo giorno
sicuramente nessuno avrebbe considerato nemmeno per andare a fare la
pipì.
Arriviamo in città nel primo pomeriggio, e ora finalmente tutti si
scatenano alia ricerca di souvenir più o meno belli, più
o meno pacchiani, ma che in ogni caso ricorderanno quando saremo tomati
nella nostra vecchia Europa l'atmosfera nepalese
7 nov 2001
Visitiamo le citta imperiali di Baktapur, Pathan e Durbar Square di
Kathmandu.
Penso che Baktapur (dove sono state girate gli esterni del "Piccolo
Buddha" di Bertolucci) sia una delle città antiche più
affascinanti che abbia avuto occasione di visitare.
In questi ultimi anni certamente è cambiata, ma già solamente
il fatto che nella sua piazza principale sia assolutamente proibita ogni
forma di commercio la rende assolutamente imperdibile per chi affronta un
viaggio in Nepal.
Alia sera grande abbuffata all'Hotel Yack & Yeti, uno spettacolare e
lussuoso albergo con parco, grandi saloni in legno intagliato, ottimo cibo
sia nepalese che internazionale, con Chonngba come gradito ospite alla
nostra tavola.
Domani partirà per un altro trekking, questa volta nella zona
del Khumbu, e tutti lo salutiamo con affetto.
8 nov 2001
Lasciamo di prima mattina l'albergo per recarci a Swayambunath (il Tempio
delle scimmie) da dove si ha una vista su tutta la valle di Kathmandu, e
in seguito a Pashupatinath (la citta induista) dove assistiamo a due
cerimonie funebri.
Può sembrare un po' cinico il fatto che si vada a curiosare nel
dolore altrui, ma la cremazione degli induisti ha un fascino particolare,
e comunque per la popolazione è assolutamente normale che la gente,
sia nepalese che straniera, assista alia celebrazioni.
I morti vengono adagiati su dei tronchi opportunamente incrociati secondo
i dettami della religione locale, e dopo tutta una serie di offerte che
vengono gettate sia nel fiume che sul defunto, la cerimonia ha il suo
culmine quando il primogenito maschio fa ardere la pira funeraria.
Seguiranno poi, in casa, lunghe e costose feste a cui spesso vengono
invitati rioni interi della città.
9 nov 2001
Ultimi frenetici acquisti di tappeti e pashmine, ultima pizza da
Fire & Ice, leggendaria pizzeria gestita da una simpatica
signora napoletana, e si parte per Dacca, in Bangladesh, dove passeremo
24 ore in un albergo abbastanza squallido (calcoliamo che questa nazione,
nata solamente nel 1972, è comunque una delle piu povere e più
densamente popolate della Terra).
La scelta di passare così tanto tempo qui è stata data dal
ritardo iniziale dovuto alia compagnia aerea, ma la compagnia e buona, il
morale ancora alto nonostante la vacanza sia pressoché finita, quindi
prendiamo le cose come stanno e lasciamo andare il corso del tempo.
10 nov 2001
Approfittiamo dell'occasione per visitare il "centro", se
così si può definire un unico assemblamento di camion, bus
scalcinati, risciò, palazzi decadenti, con otto milioni di abitanti
che continuano a muoversi fra migliaia di bancarelle, clacson, smog ai
massimi livelli.
Durante la giornata visiteremo parecchi monumenti sia interni alla
città che nelle campagne, e l'impressione è di essere in un
enorme videeo-game, dove l'obiettivo è arrivare a sera senza
fracassarsi con il pulmino contro qualche camion.
Verso le 23 saliamo finalmente sul volo Biman Airlines che, questa volta con
perfetto orario e con un servizio catering abbastanza corretto, ci conduce
a Roma.
Grazie ad una efficiente e carina impiegata di Air One riusciamo a prendere
al volo il primo aereo per Linate, e alle 13.30 finisce la nostra vacanza.
Grazie a...
- Amilcare, per la determinazione al colle,
- Attilio, perchè non ha mollato il primo giorno,
- Claudia, per aver sopportato il freddo senza lamentarsi,
- Fabrizio, per la precisione dei dati che ci forniva ogni
sera,
- Gabriele, per l'aiuto nello scrivere le note del
trekking,
- Giancarlo, per la simpatia dimostrata nell'accettare gli
scherzi,
- Ivana, per la faccia tosta in aeroporto al rientro,
- Maurizio, per le barzellette,
- Maria Luisa, per essersi ficcata nel cassone,
- Massimo, per non aver mollato il tiro anche quando era
veramente a terra e a
- Rosilda, perchè mi ha fatto il regalo di venire in
questo trekking.
Nota
I dislivelli sono stati calcolati sulla base sia di osservazioni dirette che
di interpretazioni delle mappe disponibili.
I tempi sono stati calcolati senza contare le ore di sosta pranzo.
I km. percorsi sono stati all'incirca 210.
Mi scuso per eventuali errori o dimenticanze che possa avere fatto.
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