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EVENTI


I partecipanti alla spedizione, coadiuvati dalla guida valdostana Corrado e la guida nepalese Chonngba, furono 4 donne e 7 uomini, ed impegnarono 30 portatori.

Tra i partecipanti alla spedizione ricordiamo i soci del CAI iscritti alla Sezione di Muggiò:
Fabrizio Baldini, Gabriele Bonalumi, Maurizio Castoldi, Claudia Degan, Ivana Degan, Massimo Mandelli, Giancarlo Oggioni e Amilcare Pasina.

NEPAL 2001 - Galleria fotografica

Diario di viaggio, dal 18 ottobre al 10 novembre 2001

18 ott 2001
Ci siamo ritrovati tutti a Linate e abbiamo iniziato il nostro viaggio con un breve tratto aereo verso Roma con Air One.
Arrivati al Leonardo da Vinci alle 14.00, dopo poco tempo incominciano i primi problemi di tipo "aereonautico" (che poi si riveleranno in effetti gli unici veri problemi della vacanza); in effetti il volo della leggendaria compagnia Biman Airlines dalle 18.00 viene spostato inizialmente alle 00.30, per poi venire annullato con promessa di un presunto responsabile, Mr. Murshed, che sarà sicuramente effettuato I'indomani.
II gruppo viene trasferito all'hotel Airport Palace e Corrado, insieme a Gigi e Simone, che saranno in nostra compagnia fino a Kathmandu, va negli uffici del sig. Murshed a contrattare per un cambio-data al rientro (perdendo un giorno in andata, ho infatti preferito ritardare il rientro per consentire al gruppo di visitare Kathmandu senza fare troppo le corse).

19 ott 2001
Finalmente alle 17.30 (con ventiquattr'ore di ritardo) partiamo verso l'Oriente, e dopo aver viaggiato tutta la notte arriviamo I'indomani mattina alle 7.00 a Dacca (capitale del Bangladesh).

20 ott 2001
Un po' rintronati dalla notte in aereo, facciamo una breve colazione in aeroporto e alle 9.00 finalmente ci imbarchiamo per l'ultima tratta fino a Kathmandu, dove arriviamo alle 10.00. La sorpresa per me è grande, in quanta l'aeroporto è stato completamente ristrutturato da aprile a oggi, ed è veramente sugli standard occidentali, con sale di imbarco, grandi spazi e servizi efficienti.
Chonngba, Nundu e tutto lo staff dell'agenzia ci aspettano come al solito con le collane di fiori davanti all'uscita, e ci trasferiamo velocemente all'albergo Tibet, in Lazimpat, dietro al palazzo reale.
Corrado sbriga le questioni amministrative con Nundu, e nel pomeriggio andiamo tutti da Pumplenicke Bakery a fare merenda.
Dopo un po' di acquisti "tecnici" (ombrelli, coprizaini, eec.), alia sera andiamo tutti all'&eres(Steak House), mitico locale di Kathmandu dove in genere si va al rientro dalle spedizioni, ed infatti vi troviamo Abele, Adriano e tutto il gruppo di Guide Valdostane che è andato al Dhaulaghiri con successo e che è di rientro verso casa.

21 ott 2001
Finalmente si parte in trekking, o meglio in bus, verso Gorka (1000 mt. ca.), dove arriviamo alle ore 12.00.
Abbiamo i primi problemi "medici", con Attilio che ha una specie di colica renale, probabilmente dovuta ad un stress da viaggio, oltre che sicuramente allo smog, al casìno e alla confusione della Kathmandu di prima mattina vista dai finestrini di un bus saltellante, che ad ogni sosta riparte con una grande fumata nera.
Con qualche pastiglia e una iniezione di calmante le cose si rimettono a posto, ma con parecchia paura da parte di tutti ..... ma soprattutto del "malato".
Breve pranzo a Gorka, e alle 14.30 partiamo su una pista in terra per qualche chilometro fino alle 17.00 quando, con grande ottimismo, saliamo tutti (portatori compresi) su un camion.
Dopo qualche km. tuttavia la strada è veramente tortuosa e sconnessa, e dopo parecchi angoscianti ondeggiamenti verso valle decidiamo per la soluzione pedestre, che in un'ora circa ci porta a Khanchok (1000 mt. ca.), dove arriviamo al buio.
Questa prima tappa è stata complessivamente abbastanza dura, ma in effetti in genere viene divisa in due parti; con Chonngba abbiamo deciso di faria in un giorno solo per guadagnare tempo ed ottimizzare i tempi del trekking.
Dislivello positivo: 200 mt
Ore di cammino totali : 3.30

22 ott 2001
Dopo la prima cena di tipo nepalese, la prima notte in tenda ed i conseguenti primi piccoli dolori alia schiena, facciamo la nostra colazione da "signori" con uova, pane chapati, marmellata, porridge e tante altre leccornie che lo staff cucina ci ha preparato.
Partiamo questa volta in leggera discesa in mezzo a campi coltivati a riso molto coreografici, e verso le 11.30 ci fermiamo per la pausa pranzo vicino al fiume, nel quale facciamo tutti un bel pediluvio.
Nel pomeriggio arriviamo a Arughat (570 mt.), un bel villaggio sul fiume Budhi Gandaki, dove facciamo un po' di shopping al pomeriggio.
In questo villaggio è ancora possibile telefonare, e non mancano i primi nostalgici che approfittano dei miracoli della scienza; in effetti in trekking remoti come questo che stiamo percorrendo alcune piccole comodità come il telefono - che ci appaiono nella vita di tutti i giorni ovvie e normali, oltreché purtroppo a volte indispensabili - diventano a volte dei piacevoli ritomi alia cosiddetta "normalita".
Nel villaggio, dove è presente un posto di polizia, troviamo il nostro ufficiale di collegamento che ci accompagnerà lungo il trekking, in quanto questa zona del Nepal è protetta e il govemo sta cercando di salvaguardaria il più possibile dall'invasione turistica purtroppo eccessiva in altri valli.
Dislivello positivo: 300 mt
Ore dl cammino totali: 5.00

23 ott 2001
Lasciamo questo tranquillo borgo, pieno di botteghe, dove si ritrovano per il mercato genti di più valli dei dintorni, e in mezzo a risaie e campi di miglio incominciamo a risalire la Budhi Gandaki, con un clima caldo ed umido, che ci fa desiderare il lemon-juice di pranzo.
E' ancora sulla riva del fiume che ci fermiamo, dopo essere passati a Arkhet Bajar, una manciata di case con l'immancabile pipal, con una bella vista sulle prime grandi montagne.
Nel pomeriggio il sentiero si fa più tortuoso, e con innumerevoli saliscendi nella foresta arriviamo finalmente a Liding (860 mt.), piccolo e ventilato villaggio dove ci laviamo alia fontana, e alia sera assistiamo alle danze tradizionali delle donne. Parecchie volte durante il giro la popolazione locale faà degli spettacoli serali, in cambio naturalmente di una piccola offerta che va a dei "comitati di sviluppo", in genere gestiti dalle donne.
Dislivello positivo: 1000 mt
Ore di cammino totali: 5.10

24 ott 2001
II sentiero passa continuamente a mezza costa, con alcuni scorci veramente spettacolari sul fiume, che raggiungiamo in alcuni tratti, camminando anche sulla riva sabbiosa dello stesso.
Pranziamo vicino a Khanibesi e nel pomeriggio, con altre 3 ore circa di cammino arriviamo a Khorlabesi (970 mt.).
Dopo alcuni giorni di rodaggio con grande caldo durante la giornata, tutta l'equipe sta andando al massimo, nonostante alcuni piccoli malesseri passeggeri, comunque normali nei trekking.
Dislivello positivo: 600 mt
Ore di cammino totali: 6.30

25 ott 2001
Dopo circa un'ora di strada arriviamo in una zona dove si è formato un nuovo lago a seguito di un'enorme frana, appena prima del villaggio di Tatopani, dove c'è una sorgente di acqua calda a 40°C.
Passiamo ora sulla sinistra orografica della Budhi Gandaki, fino a Doban, dove pranziamo in un bello spiazzo nel villaggio.
Owiamente siamo presi d'assalto dai numerosi bambini, e riusciamo a scattare numerose fotografie, anche perchè il ponte di uscita dal villaggio è molto spettacolare.
Nel pomeriggio costeggiamo a mezza costa la valle per poi scendere nei pressi del fiume Yaru Khola che attraversiamo con un acrobatico ponte di circa 90 mt., dove però manca parzialmente la "materia prima" dello stesso, cioè le assi di base!
Fortunatamente la popolazione sta preparando la legna per rifarlo, e sicuramente fin dalla prossima stagione primaverile sarà pronto.
Dopo un breve tratto nuovamente vicino al fiume arriviamo ad un campo di calcio, e successivamente al bel villaggio di Jaghat (1370 mt.), dove pemottiamo: la via principale di questo paese è tutta lastricata in pietra, ed il campo è molto bello, con acqua corrente e stelle di Natale tutto attorno.
Dislivello positivo: 700 mt
Ore dl cammino totali: 6.15

26 ott 2001
Dopo aver attraversato diversi torrenti con ponti sospesi, giungiamo ai ripiani di Sirdibas, dove troviamo i primi muri mani, segno dell'influenza tibetana, che oramai si incomincia a sentire, nonostante le popolazioni siano ancora di etnia gurung.
Dopo aver attraversato un ponte stile "Golden Gate", anche se abbastanza cadente e inclinato, arriviamo a Philim, con Maria Luisa che dà chiari segni di stanchezza (......?) nell'ultima rampa; questo villaggio, nel quale ci fermiamo solamente per bere, è sicuramente ricco, in quanto ci sono campi ben coltivati, parecchio bestiame e anche lo spaccio per il kerosene.
Nel pomeriggio attraversiamo una valle particolarmente verde e stretta, caratterizzata dalla presenza di alti pini e marijuana dappertutto lungo il sentiero, fino ad arrivare a una piccola capanna, nei pressi della quale facciamo il campo, in un posto purtroppo abbastanza umido e non particolarmente bello, che i nepalesi chiamano Pewa (1740 mt.).
Dislivello positivo: 850 mt
Ore dl cammino totali: 6.45

27 ott 2001
II sentiero continua ad essere abbastanza scosceso, e molti tratti sono veramente a picco sul fiume.
Tutta la zona è ancora abitata da Gurung, ma la religione da induista è diventata buddhista, e si incontrano sempre di più genti tibetane.
Pranziamo a Rana, e nel pomeriggio proseguiamo fino a Ghap, attraversando una zona molto pittoresca con muri mani, un grosso rullo di preghiera in legno con gli affreschi del Buddha, ed un bel kani (cioe un chorten ad arco) con le pareti ed il soffitto riccamente decorati.
Ghap (2100 mt.) non è segnalato correttamente sulla cartina di cui disponiamo, in quanto si trova sulla destra orografia della Budhi Gandaki anziché sulla sinistra.
Dislivello positivo: 860 mt
Ore di cammina totali: 5.35

28 ott 2001
Dopo una prima parte di salita in una foresta di tipo tropicale con bambù, imponenti rododendri e qualche scimmia, arriviamo a Namrung per pranzo; in questo villaggio c'è un piccolo monastero e il posto di polizia, dove vengono controllati i permessi di trekking.
Dopo la sosta ripartiamo in una zona di campi di frumento e foreste di pini, per giungere infine a Lhi, dove le case in pietra sono come dei piccoli condomini con cinque o sei appartamenti ognuna e tetto e cortile in comune; in questo villaggio c'è anche l'elettricita pubblica, che arriva da una turbina posta sul fiume Hinan Khola.
Dopo aver attraversato una gola tortuosa e un ripiano bellissimo con campi e una enorme ruota di preghiera, piazziamo il campo subito dopo il villaggio di Lho (3180 mt.), un grosso agglomerate di case in pietra, ormai in territorio di totale influenza tibetana.
I bambini continuano a chiedere shim shim, che è la parola tibetana che indica i doici o le caramelle, e la popolazione è avvolta in mantelli chiamati chuba.
Oggi abbiamo incontrato anche il primo yack.
Dislivello positivo: 1320 mt
Ore di cammino totali: 6.25

29 ott 2001
I più volenterosi si svegliano prima dell'alba per scattare delle splendide foto al Manaslu (8163 mt.) e alle cime vicine, che si indorano ai primi raggi del sole, e poi si fa colazione in tenda mensa, in quanto al mattino incomincia a fare abbastanza freddo, ed è sicuramente più piacevole gustarsi il the senza avere troppa aria nella schiena.
II programma di Corrado prevede a questo punto tre tappe relativamente corte rispetto alle precedenti, per non affaticare troppo la truppa in vista del colle.
Partiamo in discesa per poi risalire una gola che ci conduce in breve a Shyala, un villaggio super-panoramico con vista splendida sul Manaslu e su tutta la zona circostante.
Dopo alcuni acquisti di souvenir, che si riveleranno come al solito delle piccole fregature (tipo la tazza di presunto osso di yack di Rosilda, che in realtà è resina sintetica stampata), partiamo alla volta di Sama (3390 mt.), dove arriviamo per pranzo.
A Sama si ha l'impressione, ancora di più che in altri villaggi, di tornare indietro nel tempo ...... gli abitanti sono tutti tibetani e vivono di pastorizia e tessitura.
Le case sono abbastanza grandi, ma molto povere, con i tetti ricoperti di legno anziché di pietra, perché la gente del luogo ritiene che qui non soffino venti molto forti (quindi non sono necessarie le pose in pietra presenti in molte altre parti nel Nepal).
A monte del villaggio c'è anche un importante gompa che andiamo a visitare nel pomeriggio, per poi ritornare al campo, che è vicino al villaggio in un largo spiazzo panoramico, con il bestiame al pascolo nei pressi delle tende; vista la presenza di un piccolo lodge molto confortevole, questa sera mangeremo al caldo e con la luce.
Dislivello positivo: 680 mt
Ore dl cammino totali: 3.15

30 ott 2001
Altra tappa abbastanza breve, che ci conduce attraverso ripiani costellati di muri mani> a Samdo (3780 mt.), un piccolo avamposto di frontiera ai confini con il Tibet, che sarebbe raggiungibile verso nord con poche ore di marcia.
Anche questo villaggio è molto pittoresco e si sviluppa lungo il sentiero che conduce al Layung Bhaniyang (5098 mt.), che è uno dei colli che permetteva il passaggio dalla regione del Nupri (dove stiamo camminando) alle aride distese del Tibet.
Oggi sono incominciati a sorgere alcuni problemi fisici più importanti, e Rosilda ha accusato un forte mal di stomaco, dovuto probabilmente a qualche farmaco contro la febbre che aveva preso in precedenza, mentre Luisa nel pomeriggio ha un serio mal di testa, che ci fa pensare ad un primo sintomo di mal di montagna; fortunatamente con il riposo pomeridiano ed un accurate uso della farmacia di cui disponiamo, alla sera sono tutte e due abbastanza in forma, e mangiamo tutti insieme lo stinco con patate che abbiamo portato dall'ltalia.
Dislivello positivo: 520 mt
Ore dl cammino totali: 6.15

31 ott 2001
Dopo una notte un po' fredda e ventilata incominciamo la salita che porterà al prossimo campo, abbastanza lunga e a tratti anche ripida, che passa vicino a dei ruderi della mitica Larkya Bajar, un tempo importante centro di commercio.
Da qui transitavano, dopo un lungo tragitto attraverso l'altipiano tibetano, gli sherpa di Namche Bazar per venire a commerciare.
Piazziamo il campo a monte di Dharamsala, a circa 4500 mt., in una serie di ripiani vicino ad un piccolo torrente.
Oggi tutta la truppa è molto stanca.
Massimo dorme tutto il pomeriggio in tenda, e siamo tutti un po' tesi per la tappa di domani, che si preannuncia come la più dura di tutto il trekking; solamente Giancario e Fabrizio sono sempre in ottima forma.
Dislivello positivo: 650 mt
Ore dl cammino totali: 3.35

1 nov 2001
Partiamo alle 4.30, alla luce delle frontali, che tuttavia ben presto spegniamo perché la luna ci illumina il cammino, fino al sorgere dell'alba, che come al solito a queste quote è spettacolare, anche se molto fredda.
Dopo circa 4 ore raggiungiamo finalmente il Larkya Bhaniyang (5220 mt.), dove consumiamo parecchi rulli di fotografie, visto il panorama eccezionale e la gioia di tutto il gruppo.
Gli altimetri di quasi tutti indicano una quota inferiore (5000 mt.) ma, personalmente, in montagna non ho mai rincorso le prestazioni, né tempi da battere o altezze da raggiungere, ma solamente emozioni, quindi il divario di altitudine fra la carta e la realtà non mi preoccupa.
Tecnicamente la salita al passo non è stata difficile, vista la mancanza assoluta di neve, anche se mi immagino che la stessa, se effettuata con condizioni più severe - tipo maltempo o neve profonda - potrebbe rivelarsi molto dura.
Fisicamente tutto il gruppo oggi era in ottima forma, tranne Amilcare che ha in effetti patito la quota, ma che tenacemente non ha mai mollato!
Intraprendiamo ora la lunga discesa lungo Ie aride morene che in qualche ora ci condurranno a Bimtang (3630 mt.), un piccolo insediamento abitativo di profughi tibetani ai margin! di un ripiano bucolico, con un piccolo torrentello ad anse ed una imponente morena glaciale alle spalle.
Giunti al campo, Corrado, finalmente rilassato dopo aver superato la tappa più impegnativa, ha anche lui il suo momenta di crisi, e dorme tutto il pomeriggio.
Dopo cena festeggiamo con una buona birra la giornata in una casa tibetana, e salutiamo il cuoco, che oggi scende più velocemente perche deve arrivare a Kathmandu in soli due giorni e mezzo, per poi ripartire con un altro gruppo nella zona del Khumbu.
Dislivello positivo: 800 mt
Ore di cammino totali: 8.50

2 nov 2001
La notte è stata molto fredda, e al mattino troviamo i sacchi a pelo gelati a causa dell'umidità e della brina ma ben presto, con i primi raggi del sole, la temperatura si fa più mite.
Scendiamo lungo una foresta di rododendri lungo la Dudh Khola fino al vecchio agglomerate di Karche, dopo il quale mangiamo il pranzo.
Nel pomeriggio, dopo la breve ma ripida salita del Karche Pass, riprendiamo la discesa attraverso una zona inizialmente non abitata, e in seguito coltivata interamente a frumento e granoturco.
Incontriamo oggi alcune carovane di muli e finalmente arriviamo, dopo una tappa che inizialmente sembrava rilassante e invece si è rivelata ancora un piccolo "tour de force", nel villaggio di Tilje (2245 mt.).
Facciamo il campo leggermente esterno rispetto al villaggio e alla sera ancora una volta arrivano le donne a fare festa e a ballare.
Dislivello positivo: 240 mt
Dislivello negativo: 1630 mt
Ore dl cammino totali: 6.25

3 nov 2001
Di prima mattina siamo già a Dharaphani, dove il nostro giro si immette (al contrario) nel più classico "trekking dell'Annapurna".
L'impatto è abbastanza violento, anche perché di colpo passiamo da una realtà completamente contadina, dove la sussistenza della popolazione è garantita solamente dal perfetto connubio tra l'uomo e il suo territorio, ad una situazione tipica delle zone più turistiche, dove oramai l'economia si basa su solide e consolidate tradizioni di ospitalità alle migliaia di trekker che ogni anno percorrono questi sentieri.
E' comunque anche questo aspetto che rende il Nepal affascinante, questo contrasto continuo fra moderno e antico, tra tecnologia (è possibile in moiti posti, a volte anche lontani, telefonare o addirittura inviare e-mail) e scorci di Medioevo.
Per pranzo giungiamo già a Tal (1.700 mt.), bel paese costruito su una piana alluvionale, dove sostiamo per la notte nel giardino di un piccolo lodge.
Dislivello positivo: 180 mt
Dislivello negativo: 720 mt
Ore di cammino totali: 4.25

4 nov 2001
Ancora molti saliscendi per questa tappa che oramai ci proietta in una dimensione "turistica" del Nepal.
Ad ogni paese che si incontra è un misto di botteghe artigianali, souvenir a volte anche abbastanza brutti, ma comunque sempre lo straordinario sorriso e buonumore dei nostri amici nepalesi.
La tappa è comunque molto lunga, e al mattino camminiamo per parecchie ore prima di fermarci a riposare e mangiare in un lodge a Ghemu, incantevole villaggio in un altopiano sopra la valle coltivata interamente a riso e miglio.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Bahundanda (1320 mt.), dove passiamo la notte in un lodge, in quanto il terreno a disposizione per le tende è troppo poco, e sarebbe abbastanza difficoltoso montarle; in questo villaggio praticamente tutti riescono a telefonare e ad inviare notizie "fresche" a casa.
Dislivello positivo: 720 mt
Dislivello negativo: 1100 mt
Ore dl cammino totall: 7.00

5 nov 2001
L'ultimo di giomo di trekking inizia con una lunga discesa per arrivare lungo la Marsyangandi, che ci rende un po' nostalgici perchè, nonostante la fatica, a volte la sofferenza per leggeri malanni, a volte le piccole incomprensioni nel pur compattissimo gruppo, siamo oramai agli ultimi passi del nostro splendido giro.
A pranzo sostiamo all'ombra di due giganteschi pipal sulle sponde del fiume, e nel pomeriggio dopo poco tempo arriviamo a Besisahar (800 mt.), dove montiamo Ie tende a monte di un campo sportivo.
Non visitiamo il villaggio, ed ognuno si rinchiude un pochino dentro di sé, come per cercare di trattenere e "congelare" le emozioni che ha provato in questi giorni.
Alla sera facciamo una grande festa con i cuochi, gli sherpa, i portatori ..... balliamo, beviamo e facciamo scherzi fino a notte inoltrata.
Dislivello positivo: 200 mt
Dislivello negativo: 700 mt
Ore di cammino totali: 5.35

6 nov 2001
Si riparte alia volta di Kathmandu con il pullmann, e sono ancora ore e ore di viaggio lungo i fiumi, percorrendo questa strada che oramai ci è quasi familiare.
Ricordo in particolare la sosta in una sorta di villaggio-autogrill dove mangiamo in un posto da "camionisti nepalesi" (con tutto il rispetto che ho sempre avuto per i camionisti) che il primo giorno sicuramente nessuno avrebbe considerato nemmeno per andare a fare la pipì.
Arriviamo in città nel primo pomeriggio, e ora finalmente tutti si scatenano alia ricerca di souvenir più o meno belli, più o meno pacchiani, ma che in ogni caso ricorderanno quando saremo tomati nella nostra vecchia Europa l'atmosfera nepalese

7 nov 2001
Visitiamo le citta imperiali di Baktapur, Pathan e Durbar Square di Kathmandu.
Penso che Baktapur (dove sono state girate gli esterni del "Piccolo Buddha" di Bertolucci) sia una delle città antiche più affascinanti che abbia avuto occasione di visitare.
In questi ultimi anni certamente è cambiata, ma già solamente il fatto che nella sua piazza principale sia assolutamente proibita ogni forma di commercio la rende assolutamente imperdibile per chi affronta un viaggio in Nepal.
Alia sera grande abbuffata all'Hotel Yack & Yeti, uno spettacolare e lussuoso albergo con parco, grandi saloni in legno intagliato, ottimo cibo sia nepalese che internazionale, con Chonngba come gradito ospite alla nostra tavola.
Domani partirà per un altro trekking, questa volta nella zona del Khumbu, e tutti lo salutiamo con affetto.

8 nov 2001
Lasciamo di prima mattina l'albergo per recarci a Swayambunath (il Tempio delle scimmie) da dove si ha una vista su tutta la valle di Kathmandu, e in seguito a Pashupatinath (la citta induista) dove assistiamo a due cerimonie funebri.
Può sembrare un po' cinico il fatto che si vada a curiosare nel dolore altrui, ma la cremazione degli induisti ha un fascino particolare, e comunque per la popolazione è assolutamente normale che la gente, sia nepalese che straniera, assista alia celebrazioni.
I morti vengono adagiati su dei tronchi opportunamente incrociati secondo i dettami della religione locale, e dopo tutta una serie di offerte che vengono gettate sia nel fiume che sul defunto, la cerimonia ha il suo culmine quando il primogenito maschio fa ardere la pira funeraria.
Seguiranno poi, in casa, lunghe e costose feste a cui spesso vengono invitati rioni interi della città.

9 nov 2001
Ultimi frenetici acquisti di tappeti e pashmine, ultima pizza da Fire & Ice, leggendaria pizzeria gestita da una simpatica signora napoletana, e si parte per Dacca, in Bangladesh, dove passeremo 24 ore in un albergo abbastanza squallido (calcoliamo che questa nazione, nata solamente nel 1972, è comunque una delle piu povere e più densamente popolate della Terra).
La scelta di passare così tanto tempo qui è stata data dal ritardo iniziale dovuto alia compagnia aerea, ma la compagnia e buona, il morale ancora alto nonostante la vacanza sia pressoché finita, quindi prendiamo le cose come stanno e lasciamo andare il corso del tempo.

10 nov 2001
Approfittiamo dell'occasione per visitare il "centro", se così si può definire un unico assemblamento di camion, bus scalcinati, risciò, palazzi decadenti, con otto milioni di abitanti che continuano a muoversi fra migliaia di bancarelle, clacson, smog ai massimi livelli.
Durante la giornata visiteremo parecchi monumenti sia interni alla città che nelle campagne, e l'impressione è di essere in un enorme videeo-game, dove l'obiettivo è arrivare a sera senza fracassarsi con il pulmino contro qualche camion.
Verso le 23 saliamo finalmente sul volo Biman Airlines che, questa volta con perfetto orario e con un servizio catering abbastanza corretto, ci conduce a Roma.
Grazie ad una efficiente e carina impiegata di Air One riusciamo a prendere al volo il primo aereo per Linate, e alle 13.30 finisce la nostra vacanza.

Grazie a...
  • Amilcare, per la determinazione al colle,
  • Attilio, perchè non ha mollato il primo giorno,
  • Claudia, per aver sopportato il freddo senza lamentarsi,
  • Fabrizio, per la precisione dei dati che ci forniva ogni sera,
  • Gabriele, per l'aiuto nello scrivere le note del trekking,
  • Giancarlo, per la simpatia dimostrata nell'accettare gli scherzi,
  • Ivana, per la faccia tosta in aeroporto al rientro,
  • Maurizio, per le barzellette,
  • Maria Luisa, per essersi ficcata nel cassone,
  • Massimo, per non aver mollato il tiro anche quando era veramente a terra e a
  • Rosilda, perchè mi ha fatto il regalo di venire in questo trekking.

Nota
I dislivelli sono stati calcolati sulla base sia di osservazioni dirette che di interpretazioni delle mappe disponibili.
I tempi sono stati calcolati senza contare le ore di sosta pranzo.
I km. percorsi sono stati all'incirca 210.
Mi scuso per eventuali errori o dimenticanze che possa avere fatto.
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